Estratti da “La Verità... è una, nessuna o molte?

Attraverso questo trattato sociologico e psicologico possiamo addentrarci in un tema di grande importanza, sia per le relazioni che per la nostra autoconoscenza.

 

“Ogni individuo, secondo il tratto che lo caratterizza in un determinato momento o nella propria vita meccanica-abitudinaria, mostrerà un tipo di verità specifica: per alcuni risalterà la verità intellettiva, per altri quella emotiva, come vi è anche la verità che nasce dal timore, la verità pietosa, quella dell’amor proprio, quella vincolata all’esagerazione, la verità autentica, ecc.”    

 

    “Dobbiamo renderci conto che il solo fatto di vivere uno stato di amor proprio ferito, attaccamento emotivo, sentimento di frustrazione, dispetto, illusione, fascinazione, eccessiva identificazione con le cose, ecc., diventa motivo più che sufficiente perché si annulli la capacità di ottenere la reale veracità dell’esistente.”    

 

    “La stragrande maggioranza delle persone, per un motivo o per un altro, non tratta gli eventi con una corretta trasparenza e, quasi sempre, minimizza i fatti così come i comportamenti che adotta, e lo fa in modo astuto e sagace. Per questo, ogni volta che può, volta le spalle alla realtà e segretamente si defila dagli avvenimenti.”    

 

    “La Dea Maat, all’interno della cultura egizia, fa parte della Psicostasia post mortem rappresentando la Verità. Potremmo dire che è il riferimento oggettivo dell’autentica realtà dei fatti, per questo Maat significa Verità e questo è molto importante da comprendere.”    

 

    “Veramente possiamo dire che l’orgoglio, l’invidia ed il timore sono la trilogia basica del problema che riguarda ogni tipologia di non verità e frodi vincolate alla verità. In realtà queste imprecisioni rappresentano le cause che ci frenano nell’avanzare verso un cambiamento radicale.”     

 

    “Il Kaom-Coscienza è una manifestazione che rappresenta la voce della verità, potremmo dire che è la facoltà di saper udire in silenzio quell’avvertimento che molte volte sentiamo, ma che in altre circostanze, per un motivo o per l’altro, diplomaticamente sottovalutiamo.”     

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