Estratti da "Sunyata"

Vi presentiamo alcuni estratti da questo meraviglioso lavoro di grande profondità e la ricchezza culturale che ci porta alla saggezza antica dell'India antica dei Veda e bramini. L'arte del Guna, la tatwas, Mantra, etc. Lezioni profonde del passato, presente e futuro, che l'autore ci rivela con saggezza, in modo che possano in pratica applicare nella nostra vita quotidiana.


Sia per i Veda, Buddisti, Shivaisti, Bramanisti, la rinuncia ai Desideri-Vairagya che tanto perturbano e che si connettono alla Mente Inferiore- Manaskana, il miglior metodo di Autocontrollo-Dama, era mantenere ad ogni costo la mente fissa sulla loro meta interna e per niente al mondo si lasciavano governare da essa.

Motivo per cui ora come non mai, è fondamentale cercare il vero anelito di essere diversi, di essere più responsabili, solidali, impegnati, sensati, affettuosi, per poter così evolvere più rapidamente.

Allo stesso modo sarebbe anche consigliabile che ogni giorno in modo reale e non apparente, ci sforzassimo per dare un momento di Felicità-Sukkha, a coloro cui diciamo di voler bene o amare, con questo si proverebbe che siamo in un livello ascendente di Evoluzione-Progresso-Dharamchakra.

È evidente che in epoche passate quando l’essere umano era ancora nella sua Età dell’Oro-Satyayuga e Argento-Tretayuga, quando la luce della Verità, la Saggezza e l’Amore-Maitri prevalevano sulla Terra, niente era occulto, allora tutto quello che si faceva era visibile e tangibile, per questo oltre ad avere principi e valori animici e morali, la vita era più Felice-Ananda, comunicativa, fedele e sincera poiché si sapeva molto bene che nulla poteva essere simulato o falsificato.

C’erano anche alcuni dei che compartivano e trasmettevano i loro profondi insegnamenti ai più arretrati ed è il caso di Shiva che essendo un dio volle mostrarsi come un asceta e così aiutò molti ad evolvere, lo stesso successe in seguito con il Budda Sakiamuni che si mescolò ed insegnò il cammino della Compassione.

È che se questi fatti malevoli si contrappongono alla fede, alla volontà di essere migliori, cioè a questa solidità-convinzione, è un indizio che oltre ad essere deboli, dimostra anche che siamo vulnerabili. Per questo sempre i Bramani, Tibetani, Zenisti furono tanto saggi che ci mostrarono che la Invulnerabilità-Resistenza-Anatman, se è presente, è indubbiamente perché abbiamo un’Anima Grande-Mahatma.

 Nel momento in cui saremo più seri, maturi, equilibrati veramente, e smettiamo di compararci, sarà quando inizierà la nostra vera Evoluzione-Dharamchakra e questo lo diciamo perché grazie ad esso otterremo la libertà di essere ciò che siamo e non un mero progetto di ciò che vorremmo essere.

Brahama-Brahama come Essere di tutti gli Esseri, è l’unico che possiede quell’incommensurabile potestà di creare e tornare a creare, ma tutto parte dal Fuoco dell’Essere, chiamato Shiva e dall’ Energia Generatrice Shakti. Si tratta di due aspetti della stessa origine, inseparabili ed immutabili, cioè il Fohat-Purusha-Essere non è mai separato dall’energia creatrice Shakti o Kundalini.

Shiva significa il Benevolente  e con questa caratteristica di dio indulgente è come si sacrifica per i devoti e per il mondo, per questo si è sempre detto che è il Medico che cura l’Anima, colui che si impietosisce della sofferenza delle creature e le redime. È anche il dio dell’Ascetismo e simbolizza il controllo su se stesso ed è anche il creatore dello Yoga (unione).

Esiste nello Yoga il Karma Yoga, questo ha la funzione di evitare, con sforzo e buoni principi che ci siano reazioni negative o debiti non saldati; il Jñana Yoga, che cerca l’identificazione con la Realtà Suprema attraverso la conoscenza e la pratica degli altri yoga…

 È altresì fondamentale sapere che nel corpo vitale che tutti abbiamo, c’è l’Aura o Vis Vitae, e se questa radiazione o involtura energetica che è parte di noi da quando nasciamo, è ben nutrita con il Prana insieme con i Pranayama, non dubitiamo che raggiungeremo enormi progressi nel lavoro interno.

Fin da epoche molto antiche sono rimaste plasmate molte preghiere, orazioni, cantici, inni, mantra, in onore a questi dei, molti di essi sono stati conservati in testi come le Upanishad, il Rig Veda, il Vayù Purana, il Ramayana, la Bhagavad Gita etc.

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